Croppi: "Alemanno non ha sacrificato me in realtà ha sacrificato se stesso"

Pubblichiamo l'articolo di Repubblica del 17 gennaio 2011 in cui l'assessore Croppi spiega i motivi della sua esclusione.

L'assessore "licenziato": "Ha dovuto accettare un compromesso al ribasso. Spero che da qua possa ripartire un lavoro per il bene della città e in questo avrà tutto il mio conforto e se crede la mia collaborazione"

"Tutta la vicenda è stata gestita con schemi di battaglia fino alla mezzanotte di giovedì. Nelle ore successive è sfuggito di mano il progetto complessivo. Alemanno non ha sacrificato me o mi ha difeso debolmente. Lui ha sacrificato se stesso. E gliene do atto, non gli ho rimproverato nulla stamattina. Ha dovuto accettare un compromesso a ribasso. Spero che da qua possa ripartire un lavoro per il bene della città e in questo avrà tutto il mio conforto e se crede la mia collaborazione". Con queste parole l'ex assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi, nel suo discorso alla conferenza indetta alla Camera dei Deputati, ha cominciato a raccontare il suo incontro di questa mattina col sindaco.

"Quello che è avvenuto negli ultimi venti giorni di parentopoli - ci tiene a sottolineare Croppi - l'ho vissuto con Gianni minuto per minuto, ed era emersa già l'esigenza di avviare un processo vero. Si era deciso il rimpasto di cui si parlava da mesi. I due più sacrificati, De Lillo e Marchi, erano in pregiudicato da tempo: poveracci, pagavano la loro debolezza. Ma si decise di non designare vittime sacrificali e procedere a un rimpasto con la formula dell'azzeramento e del rinnovo, e che portasse dentro tecnici importanti".

"La conclusione" aggiunge l'ex assessore "è che continuo il mio impegno politico solo articolandolo in modo nuovo. Ora ho tempo a disposizione per impegnarmi più di quanto fatto finora per Futuro e Libertà. Lo faccio come una prosecuzione naturale, senza né ripiegamento, né avanzamento né rivalsa, ma da animale politico quale sono sempre stato, continuerò ad impegnarmi per la città e il Paese. Questo è un mio obiettivo e ora tornerò a farlo in prima persona".

E ancora: "Gianni mi conosce. Lui sa che ho una mia dignità, sa che io ero il suo collaboratore più politico e quindi sa che che non e' la formula risarcitoria che può offrirmi. Ci siamo lasciati con un abbraccio, con gli auguri, con una disponibilità a collaborare reciprocamente valutando tutte le formule possibili, e col mio impegno ad un atteggiamento di correttezza di cui non c'era bisogno. Per due motivi: primo perché a differenza di molti esibizionisti io sono cattolico davvero e applico il valore della 'pietas', poi non voglio passare per coglione o rompicoglioni".

"Fino a giovedì sera ho rilasciato interviste in cui ritenevo sinceramente che avrei continuato a fare l'assessore e che avrei accettato comunque di continuare a collaborare con Alemanno in qualsiasi ruolo. Ora non c'è rivalsa, né amarezza, perché conosco le modalità di una crisi. Paradossalmente vi si puo' essere preparati. Ho pagato lo scotto nel fatto che c'era una assoluta certezza che la mia nomina non sarebbe mai stata messa in discussione".

"E' vero, come dice un giornalista, che sono stato regista del mio suicidio. Forse se ci fosse stata una mia incertezza, le autorevoli e massicce attestazioni di solidarietà sarebbero arrivate preventivamente e il gioco dei numeri di Alemanno avrebbe tenuto conto di questo. Ma va bene così - conclude Croppi - Io non ho risentimenti. Sono convinto che Alemanno possa continuare la sua esperienza politica e gli auguro che lo faccia nel modo migliore, e che conduca in modo il meno attaccabile possibile la macchina dell'amministrazione di Roma. D'altronde come il sindaco goda di popolarità a Roma, con un consenso di oltre il 50 per cento".

Infine il bilancio della sua gestione della cultura. Su questo Croppi dice che vuole essere sintetico ma non brevissimo, per sviscerare "i traguardi e i successi di due anni e mezzo di lavoro", dall'inaugurazione del Macro alla rete delle Accademie, in barba a quelli che bollavano un'amministrazione di centro-destra come "l'orda dei barbari che spegnevano Roma. Le stesse persone - incalza - che oggi mi manifestano la loro solidarietà". Parte dai ringraziamenti. Da quelli "più sentiti" verso il suo staff di collaboratori che "hanno perso il posto", verso gli altri dipendenti dell'assessorato e verso "tanti altri che hanno lavorato con me in modo volontario, perché - ci tiene Croppi a sottolineare - ho preferito seguire una linea diretta senza sotterfugi coinvolgendo professionisti che in modo volontario si sono messi a disposizione. Se c'e' un merito, l'unico che mi riconsco, e' di essere riuscito a motivare e a trarre motivazione da queste persone".

Su una cosa, ci tiene a far chiarezza Croppi: "In una situazione finanziaria obiettivamente difficile, con una macchina incompleta, non abituata ad un lavoro cosi' come io l'ho concepito, abbiamo dovuto sopperire con inventiva". Con orari che "non mantenevano certo la qualità della mia vita, come mi prefiguravo all'inizio", racconta, la giornata da assessore scorreva come un "ambulatorio in cui ho ascoltato e lavorato con tutti quelli che venivano a sottoporre progetti e idee, sopperendo alle difficolta' finanziarie". Prima regola, dice Croppi, la trasparenza: tra bandi pubblici, commissioni di tecnici e presentazione alla stampa. Visto che per la campagna elettorale Alemanno gli aveva chiesto di scrivere il programma culturale, conferma Croppi "Per me il timone e' stato il programma elettorale.

E il primo punto era Roma contemporanea". "Sono stato anche fortunato - confessa - a coincidere con l'apertura del Maxxi, ma il Macro era un cantiere che andava avanti da dieci anni. Se c'è un evento per cui forse il mio nome sarà ricordato nelle cronache di Roma, è l'aver tagliato il nastro di via Nizza col sindaco". Ricorda quando decise di non riconfermare Danilo Eccher alla direzione, sollevando critiche, e ricorda che fu proprio Eccher che alla pre-inaugurazione di maggio scorso gli disse: "Debbo riconscere che se non ci fossi stato tu questo museo non si sarebbe aperto". E avverte oggi, Croppi che nei primi 30 giorni di apertura il Macro ha avuto 60mila visitatori.

Cita, poi, il cantiere della Pelanda: "Ho fatto un debito fuori bilancio - ironizza - servivano 60mila euro per la pavimentazione, e ho chiesto all'azienda di adare avanti coi lavori perche' avrei trovato i soldi. Poi non l'ho trovati". E annuncia che "vincendo non poche resistenze, sono riuscito con le ultime due delibere a far attribuire al Macro la Pelanda e i padiglioni, in modo che il Macro diventi di fatto la più vasta realtà dedicata all'arte contemporanea. E l'istituzione della Fondazone Macro".

Ricorda la fiera dell'arte contemporanea, Road To contemporary Art (anche il patron Casiraghi era oggi presente alla conferenza) che "in tre anni è diventato tra i 5 appuntamenti internazionali più prestigiosi. E' stata abolita la Notte Bianca: "Non ne ero convinto ma fui costetto dai tagli. Eppure ho sentito come un sospiro di sollievo da parte della città. Non credevo fosse utile concentrare tutto in una notte, ma gli orari serali erano una aspetto da tenere in considerazione". Così sono nate la Notte dei Musei, i Musei in Musica, e "i Musei di Roma sono diventati laboratori viventi. Musei poco noti hanno registrato un aumento ulteriore del 6 per cento di visite a fronte del calo europeo del 20 per cento".

Ancora, tra le iniziative, il BrasCaffé, i bandi per la gestione del Teatro Torlonia e Serra Moresca, l'apertura di Casa Moravia grazie ad una donazione. Se c'è amarezza è per due progetti cui teneva molto: "Purtroppo non sono riuscito a fare la stessa operazione con la Casa Balla che però è imminente. E l'utilizzazione degli spazi di via Crispi dove c'era la Galleria comunale d'arte contemporanea. Lì avrei voluto fare con Laura Biagiotti un museo dedicato a Giacomo Balla con le opere della collezione privata della stilista per la città. Spero che qualcuno lo porti a termine".

Confida nelle seconda edizione della Festa dell'architettura. Mette in conto la formula rinnovata del Festival delle Letterature, la manifestazione "Roma si Iibra". Per la Musica, pensa alla rete di sinergie istituzionali, tra Auditorium, istituti di cultura, università, per la musica contemporanea. E non da ultime, le accademie.
Ricorda quando andò a far visita all'Accademia di Romania e la direttrice gli disse: "Assessore, dopo re Vittorio Emanuele II, lei è la prima istituzione che ci viene a fare visita". Una realtà per cui Croppi ha voluto realizzare un sito internet per tenere in rapporto le accademie e le ambasciate. "Mi apprestavo ora ad affrontare l'anno più difficile dal dopoguerra, con un bilancio che ha problemi giganteschi, e mi sarei trovato in una situazione difficile - conclude - Basti pensare che il solo Macro costerà a regime 8 milioni di euro l'anno. Io l'avrei fatto attraverso una serie di rapporti costruiti con progetti e trovando forme di governance specifiche. Se Gasperini vorrà gli fornirò i contenuti di questo sistema".

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