Anas: da maggio pedaggi su Gra e Sa-Rc Zingaretti e Alemanno: pronti al ricorso


Articolo del Messaggero.it del 21 gennaio 2011 in cui si parla dell'eventuale (e assurdo) pedaggio riguardante il Grande Raccordo Anulare.

Il sindaco: i romani non pagheranno. Matteoli: approfondimenti
prima di decidere. Pd: smascherate le bugie di Alemanno


ROMA - «Un primo tratto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e il Grande raccordo anulare di Roma dovrebbero essere compresi nella lista delle tratte di strade e autostrade Anas a pedaggio dal 1° maggio prossimo»: lo ha detto il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, aggiungendo che nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri che indicherà la lista delle tratte a pagamento, dovrebbero essere indicati «oltre 1.200 chilometri» da sottoporre a pedaggio su un totale di 1.300 chilometri in gestione Anas. Immediate le reazioni del presidente della provincia di Roma, Zingaretti, che annuncia nuovi ricorsi al Tar, e del sindaco di Roma, Alemanno, pronto ad appoggiarlo. Il ministro Matteoli, però, frena e dice che ancora la questione non è chiusa. Attacca il Pd che definisce le parole di Ciucci «una smentita alle bugie di Alemanno».

Ciucci: tariffe su tratte Anas inferiori alla media nazionale. «L'entità delle tariffe - ha dettoCiucci - applicate, dal 1° maggio prossimo, su tratte di strade e autostrade gestite dall'Anas, sarà fissata più avanti con un successivo decreto sulla base di piani di finanziamento relativi all'intera rete destinata al pedaggio. Saremo senz'altro al di sotto della tariffa media nazionale del settore autostradale. Costerà di meno, non certo di più».

Zingaretti: pronti a ricorrere nuovamente al Tar. «Contro questo iniquo balzello che colpisce studenti, lavoratori, pendolari di Roma e provincia siamo pronti a ripresentare un ricorso al Tar - ha annunciato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti - Lo faremo appena questo governo, che si conferma il governo delle tasse, emanerà il decreto su cui potremo ricorrere. Siamo convinti che, come l'altra volta, numerosi comuni del nostro territorio parteciperanno alla nostra iniziativa: lo scorsa estate questa battaglia comune si rivelò vincente e bloccò gli aumenti che l'Anas aveva applicato ai caselli autostradali. Ci batteremo così determinati, dalla parte dei cittadini, anche questa volta».

Alemanno: pronti a sostenere i ricorsi al Tar. «Siamo pronti a sostenere il ricorso al Tar annunciato oggi dalla Provincia di Roma - dice il sindaco di Roma, Gianni Alemanno - Ribadisco che i romani non pagheranno il Grande raccordo anulare, il progetto dell'Anas è solo quello di far pagare gli accessi all'autostrada. Il Gra, per chi si sposta su Roma, è gratuito. Vogliamo però intervenire anche a tutela dei pendolari e di tutti coloro che utilizzano questa strada con frequenza, per motivi di lavoro o di studio, per loro ci saranno degli sconti. E se arriveranno ulteriori impugnative e possibilità di far saltare anche il costo degli avvicinamenti agli accessi autostradali, sosterremo questi tentativi».

Polverini: garantire la gratuità anche ai pendolari. «Noi stiamo già chiedendo un tavolo al ministero - ha detto la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini - per vedere in maniera più specifica la questione dei pendolari, perché mi pare che per quanto riguarda i romani non ci siano problemi. Chiaramente noi abbiamo il dovere di garantire anche ai pendolari la gratuità del Gra. Su questo mi pare di aver letto che il ministro Matteoli parla di tempi per approfondire, quindi cercheremo di occuparci della questione insieme a loro nei prossimi giorni». A chi le chiedeva quali fossero stati gli esiti dell'idea di regionalizzare il Gra, lanciata mesi fa, la governatrice ha risposto: «E' ancora lì, non c'è stato detto di no. Noi l'abbiamo comunicato formalmente, quindi al di là della convinzione politica c'è una lettera inviata che pone la questione anche sul piano burocratico-amministrativo».

Matteoli: ancora approfondimenti su pedaggi tratti Anas. «Sul pedaggiamento di alcune tratte autostradali gestite da Anas - dice il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Altero Matteoli - è in corso un approfondimento, tenendo conto anche delle istanze degli enti locali, in particolare di coloro che utilizzano le autostrade con frequenza, per motivi di lavoro o per collegamenti nell'ambito urbano. Dopo questa fase si procederà a redigere il testo definitivo del Dpcm che è in elaborazione».

Meta: gioco delle parti tra Anas e Matteoli. «Le parole di Ciucci smascherano definitivamente i disperati tentativi del sindaco Alemanno e del Pdl di salvare la faccia sul pedaggiamento del Gra e di altri 1300 chilometri di autostrade in gestione Anas. Sui nuovi pedaggi nei 1.300 chilometri di autostrade Anas non sappiamo più a chi credere - dice Michele Meta, deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera - Solamente ieri il ministro Matteoli precisava che il decreto con il quale si individuano le nuove tratte Anas da pedaggiare era pronto e mancava solo la firma del ministro Tremonti. Oggi, invece, Matteoli si affretta a smentire il presidente dell'Anas, che ha chiarito come nel decreto governativo siano inclusi sia il Gra di Roma che la Salerno-Reggio, precisando di voler prendere ulteriore tempo nonostante siano trascorsi abbondantemente i quarantacinque giorni previsti dalla legge per emanare il Dpcm. Mancano solo cento giorni all'avvio del nuovo sistema di video pedaggi che è costato alle nostre tasche 150 milioni di euro, e la confusione regna sovrana, con l'Anas che insiste affinché siano colpiti in maniera indiscriminata i pendolari di Roma e Provincia, come quelli della Salerno-Reggio e di altri raccordi. E con il governo che, in un irresponsabile gioco delle parti, non vede l'ora di fare qualche soldo in più tassando i cittadini che non hanno alternative all'utilizzo dell'automobile».

Codacons studia azioni di protesta. «Qualora la sciagurata idea di predisporre pedaggi su Gra dovesse divenire realtà - dice il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - metteremo in campo azioni di protesta da parte dei cittadini e inviteremo gli automobilisti a rifiutarsi categoricamente di pagare qualsiasi pedaggio, fornendo assistenza sul piano legale e dimostrando l'illegittimità di tale balzello. Trasformare il Gra in una arteria a pagamento è un'idea folle, oltre che illegittima. Folle perché determinerebbe il blocco totale della circolazione nella capitale, con gli automobilisti che, pur di non pagare l'ennesimo balzello, utilizzerebbero strade alternative, che di certo non sono in grado di reggere il traffico del Grande raccordo. Illegittima, perché i cittadini già pagano le infrastrutture stradali attraverso una miriade di tasse, a partire da quelle sulle retribuzioni, tasse che servono anche a finanziare tali servizi. Il pedaggio sul Gra sarebbe quindi una duplicazione assurda di un qualcosa che si è già pagato».

Croppi: "Alemanno non ha sacrificato me in realtà ha sacrificato se stesso"

Pubblichiamo l'articolo di Repubblica del 17 gennaio 2011 in cui l'assessore Croppi spiega i motivi della sua esclusione.

L'assessore "licenziato": "Ha dovuto accettare un compromesso al ribasso. Spero che da qua possa ripartire un lavoro per il bene della città e in questo avrà tutto il mio conforto e se crede la mia collaborazione"

"Tutta la vicenda è stata gestita con schemi di battaglia fino alla mezzanotte di giovedì. Nelle ore successive è sfuggito di mano il progetto complessivo. Alemanno non ha sacrificato me o mi ha difeso debolmente. Lui ha sacrificato se stesso. E gliene do atto, non gli ho rimproverato nulla stamattina. Ha dovuto accettare un compromesso a ribasso. Spero che da qua possa ripartire un lavoro per il bene della città e in questo avrà tutto il mio conforto e se crede la mia collaborazione". Con queste parole l'ex assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi, nel suo discorso alla conferenza indetta alla Camera dei Deputati, ha cominciato a raccontare il suo incontro di questa mattina col sindaco.

"Quello che è avvenuto negli ultimi venti giorni di parentopoli - ci tiene a sottolineare Croppi - l'ho vissuto con Gianni minuto per minuto, ed era emersa già l'esigenza di avviare un processo vero. Si era deciso il rimpasto di cui si parlava da mesi. I due più sacrificati, De Lillo e Marchi, erano in pregiudicato da tempo: poveracci, pagavano la loro debolezza. Ma si decise di non designare vittime sacrificali e procedere a un rimpasto con la formula dell'azzeramento e del rinnovo, e che portasse dentro tecnici importanti".

"La conclusione" aggiunge l'ex assessore "è che continuo il mio impegno politico solo articolandolo in modo nuovo. Ora ho tempo a disposizione per impegnarmi più di quanto fatto finora per Futuro e Libertà. Lo faccio come una prosecuzione naturale, senza né ripiegamento, né avanzamento né rivalsa, ma da animale politico quale sono sempre stato, continuerò ad impegnarmi per la città e il Paese. Questo è un mio obiettivo e ora tornerò a farlo in prima persona".

E ancora: "Gianni mi conosce. Lui sa che ho una mia dignità, sa che io ero il suo collaboratore più politico e quindi sa che che non e' la formula risarcitoria che può offrirmi. Ci siamo lasciati con un abbraccio, con gli auguri, con una disponibilità a collaborare reciprocamente valutando tutte le formule possibili, e col mio impegno ad un atteggiamento di correttezza di cui non c'era bisogno. Per due motivi: primo perché a differenza di molti esibizionisti io sono cattolico davvero e applico il valore della 'pietas', poi non voglio passare per coglione o rompicoglioni".

"Fino a giovedì sera ho rilasciato interviste in cui ritenevo sinceramente che avrei continuato a fare l'assessore e che avrei accettato comunque di continuare a collaborare con Alemanno in qualsiasi ruolo. Ora non c'è rivalsa, né amarezza, perché conosco le modalità di una crisi. Paradossalmente vi si puo' essere preparati. Ho pagato lo scotto nel fatto che c'era una assoluta certezza che la mia nomina non sarebbe mai stata messa in discussione".

"E' vero, come dice un giornalista, che sono stato regista del mio suicidio. Forse se ci fosse stata una mia incertezza, le autorevoli e massicce attestazioni di solidarietà sarebbero arrivate preventivamente e il gioco dei numeri di Alemanno avrebbe tenuto conto di questo. Ma va bene così - conclude Croppi - Io non ho risentimenti. Sono convinto che Alemanno possa continuare la sua esperienza politica e gli auguro che lo faccia nel modo migliore, e che conduca in modo il meno attaccabile possibile la macchina dell'amministrazione di Roma. D'altronde come il sindaco goda di popolarità a Roma, con un consenso di oltre il 50 per cento".

Infine il bilancio della sua gestione della cultura. Su questo Croppi dice che vuole essere sintetico ma non brevissimo, per sviscerare "i traguardi e i successi di due anni e mezzo di lavoro", dall'inaugurazione del Macro alla rete delle Accademie, in barba a quelli che bollavano un'amministrazione di centro-destra come "l'orda dei barbari che spegnevano Roma. Le stesse persone - incalza - che oggi mi manifestano la loro solidarietà". Parte dai ringraziamenti. Da quelli "più sentiti" verso il suo staff di collaboratori che "hanno perso il posto", verso gli altri dipendenti dell'assessorato e verso "tanti altri che hanno lavorato con me in modo volontario, perché - ci tiene Croppi a sottolineare - ho preferito seguire una linea diretta senza sotterfugi coinvolgendo professionisti che in modo volontario si sono messi a disposizione. Se c'e' un merito, l'unico che mi riconsco, e' di essere riuscito a motivare e a trarre motivazione da queste persone".

Su una cosa, ci tiene a far chiarezza Croppi: "In una situazione finanziaria obiettivamente difficile, con una macchina incompleta, non abituata ad un lavoro cosi' come io l'ho concepito, abbiamo dovuto sopperire con inventiva". Con orari che "non mantenevano certo la qualità della mia vita, come mi prefiguravo all'inizio", racconta, la giornata da assessore scorreva come un "ambulatorio in cui ho ascoltato e lavorato con tutti quelli che venivano a sottoporre progetti e idee, sopperendo alle difficolta' finanziarie". Prima regola, dice Croppi, la trasparenza: tra bandi pubblici, commissioni di tecnici e presentazione alla stampa. Visto che per la campagna elettorale Alemanno gli aveva chiesto di scrivere il programma culturale, conferma Croppi "Per me il timone e' stato il programma elettorale.

E il primo punto era Roma contemporanea". "Sono stato anche fortunato - confessa - a coincidere con l'apertura del Maxxi, ma il Macro era un cantiere che andava avanti da dieci anni. Se c'è un evento per cui forse il mio nome sarà ricordato nelle cronache di Roma, è l'aver tagliato il nastro di via Nizza col sindaco". Ricorda quando decise di non riconfermare Danilo Eccher alla direzione, sollevando critiche, e ricorda che fu proprio Eccher che alla pre-inaugurazione di maggio scorso gli disse: "Debbo riconscere che se non ci fossi stato tu questo museo non si sarebbe aperto". E avverte oggi, Croppi che nei primi 30 giorni di apertura il Macro ha avuto 60mila visitatori.

Cita, poi, il cantiere della Pelanda: "Ho fatto un debito fuori bilancio - ironizza - servivano 60mila euro per la pavimentazione, e ho chiesto all'azienda di adare avanti coi lavori perche' avrei trovato i soldi. Poi non l'ho trovati". E annuncia che "vincendo non poche resistenze, sono riuscito con le ultime due delibere a far attribuire al Macro la Pelanda e i padiglioni, in modo che il Macro diventi di fatto la più vasta realtà dedicata all'arte contemporanea. E l'istituzione della Fondazone Macro".

Ricorda la fiera dell'arte contemporanea, Road To contemporary Art (anche il patron Casiraghi era oggi presente alla conferenza) che "in tre anni è diventato tra i 5 appuntamenti internazionali più prestigiosi. E' stata abolita la Notte Bianca: "Non ne ero convinto ma fui costetto dai tagli. Eppure ho sentito come un sospiro di sollievo da parte della città. Non credevo fosse utile concentrare tutto in una notte, ma gli orari serali erano una aspetto da tenere in considerazione". Così sono nate la Notte dei Musei, i Musei in Musica, e "i Musei di Roma sono diventati laboratori viventi. Musei poco noti hanno registrato un aumento ulteriore del 6 per cento di visite a fronte del calo europeo del 20 per cento".

Ancora, tra le iniziative, il BrasCaffé, i bandi per la gestione del Teatro Torlonia e Serra Moresca, l'apertura di Casa Moravia grazie ad una donazione. Se c'è amarezza è per due progetti cui teneva molto: "Purtroppo non sono riuscito a fare la stessa operazione con la Casa Balla che però è imminente. E l'utilizzazione degli spazi di via Crispi dove c'era la Galleria comunale d'arte contemporanea. Lì avrei voluto fare con Laura Biagiotti un museo dedicato a Giacomo Balla con le opere della collezione privata della stilista per la città. Spero che qualcuno lo porti a termine".

Confida nelle seconda edizione della Festa dell'architettura. Mette in conto la formula rinnovata del Festival delle Letterature, la manifestazione "Roma si Iibra". Per la Musica, pensa alla rete di sinergie istituzionali, tra Auditorium, istituti di cultura, università, per la musica contemporanea. E non da ultime, le accademie.
Ricorda quando andò a far visita all'Accademia di Romania e la direttrice gli disse: "Assessore, dopo re Vittorio Emanuele II, lei è la prima istituzione che ci viene a fare visita". Una realtà per cui Croppi ha voluto realizzare un sito internet per tenere in rapporto le accademie e le ambasciate. "Mi apprestavo ora ad affrontare l'anno più difficile dal dopoguerra, con un bilancio che ha problemi giganteschi, e mi sarei trovato in una situazione difficile - conclude - Basti pensare che il solo Macro costerà a regime 8 milioni di euro l'anno. Io l'avrei fatto attraverso una serie di rapporti costruiti con progetti e trovando forme di governance specifiche. Se Gasperini vorrà gli fornirò i contenuti di questo sistema".

Alemanno e l'esclusione di Croppi "E' di Fli e non aveva appoggi"


Articolo di Repubblica.it del 17 gennaio 2011

Pubblichiamo la risposta del sindaco di Roma all'esclusione dell'assessore Croppi

Il sindaco nel corso di una intervista tv ha spiegato le ragioni che hanno ispirato le scelta per formare la nuova giunta. "L'Udc ha promesso una posizione costruttiva". E sui rifiuti nessun rischio: "Non perseguiremo la strada percorsa dalla sinistra in Campania"

"Croppi ha lavorato bene, e tutti glielo riconoscono, però purtroppo non aveva sostegno in consiglio comunale. Con la scelta di avvicinarsi a Fli non c'era un solo consigliere disposto ad appoggiarlo", Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, intervistato da Maurizio Belpietro a "Mattino 5", ha spiegato le ragioni dell'esclusione dalla nuova giunta capitolina dell'ex assessore alla Cultura.

Per quanto riguarda la nuova giunta Alemanno ha spiegato che "gli obiettivi sono gli stessi ma con la nuova giunta si raggiungeranno prima e saranno più solidi". Alemanno ha poi ribadito quali sono gli obiettivi da raggiungere: "Decoro e sicurezza della città e progetti veri di modernizzazione della capitale".

"Con il Pdl e la mia lista civica non abbiamo bisogno di altri voti perché ne abbiamo già 37 su 60", ha detto il sindaco, spiegano che la formazione della nuova giunta capitolina non porta ad un allargamento della maggioranza all'Udc o alla Destra. Anche se, a giudizio del primo cittadino, diverso sarà l'atteggiamento di questi due partiti rispetto all'"Alemanno-bis".

"La Destra di Storace in questo momento ha la bava alla bocca e strilla costantemente perché voleva un assessore; però gli ho spiegato che non c'era spazio nei dodici". Quanto all'Udc, un segnale di apertura era arrivato con la nomina alla cultura di Dino Gasperini, eletto nell'Udc e poi passato al Pdl, il cui nuovo incarico apre le porte del consiglio comunale al primo dei non eletti nelle liste del partito di Casini. "Ma l'assessore Gasperini non è vicino all'Udc e fa parte del Pdl ormai da tre anni" ha precisato il sindaco aggiungendo che comunque "l'Udc ha promesso una posizione costruttiva, che ci auguriamo lo differenzi da un Partito Democratico che finora ha mostrato solo una volontà distruttiva di cancellare questa esperienza di amministrazione che viene dopo 15 anni ininterrotti di governo da parte del centrosinistra".

"Il debito è solo di Veltroni e Rutelli. Noi non abbiamo aggiunto un solo euro in più rispetto a quello ereditato al 28 aprile 2008", ha aggiunto il sindaco di Roma in merito alle difficoltà economiche del Campidoglio. "Stiamo fronteggiando un bilancio difficile - ha spiegato il sindaco - e in questi tre anni abbiamo mantenuto gli equilibri. L'anno in corso sarà ancora più difficile per i tagli fatti da Tremonti nei confronti di tutti i Comuni". Tuttavia, nonostante le difficoltà, "noi non percorreremo la strada scelta dalla sinistra, ovvero quella di continuare ad aumentare il debito con feste o altre iniziative sulle spalle dei cittadini futuri o dei nostri figli", ha concluso Alemanno, la cui priorità è di "tagliare sulle spese inutili e sugli sprechi".

Nel corso dell'intervista si è parlato anche dei rifiuti. "Essendoci sia in Comune che in Regione un'amministrazione di centrodestra, non perseguiremo la strada percorsa dalla sinistra in Campania", ha spiegato Alemanno, assicurando che a Roma e nel Lazio non scoppierà l'emergenza rifiuti come a Napoli in altre grandi città italiane. "Con Renata Polverini e la Regione Lazio - ha ribadito il sindaco - siamo già d'intesa per avviare rapidamente un'alternativa alla discarica di Malagrotta. Non dobbiamo metterci sulla stessa scia di coloro che, con la 'politica del no', hanno poi creato il disastro di Napoli".

"La differenziata - ha aggiunto - da quando sono sindaco è passata dal 17% al 22%. Quindi l'abbiamo aumentata del 5% e già questo è un segnale. Dobbiamo arrivare al 35%". "Bisogna ricordare - ha aggiunto - che ogni punto percentuale a Roma rappresenta un grande sforzo perché ci troviamo davanti ad una città con tre milioni di abitanti".

Esclusa, per l'ennesima volta, la possibilità di lasciare di il suo ruolo di sindaco per un incarico nazionale: "Ribadisco - ha detto - che io voglio fare il sindaco di Roma e conquistare il consenso dei cittadini per essere rieletto nel 2013. Fare bene il sindaco di Roma è già di per sè un impegno di carattere nazionale". "Per rilanciare il Paese - ha concluso Alemanno - serve una Capitale forte e produttiva, che sia in grado di competere a livello internazionale con le altre Capitali".

"Per compiacere Berlusconi licenziato Croppi" Mobilitazione bipartisan del mondo della cultura



Articolo di Repubblica.it del 14 gennaio 2011

Numerose reazioni all'annuncio dell'esclusione. Appelli dalla Maraini a Buttafuoco, dalla Concia a Leoluca Orlando. Durissimo il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà Italo Bocchino: "La nuova squadra è degna di Retromanno"

All'inizio Gianni Alemanno ha giustificato così l'esclusione dalla giunta del finiano Umberto Croppi. "La sua non conferma alla Cultura" ha detto "è legata ai numeri e al peso in consiglio comunale". E alla domanda se fosse, a questo punto, più importante il peso politico rispetto alle competenze, Alemanno ha risposto: "Non è in discussione la competenza ma i numeri contano, in democrazia è così". All'assessore capitolino uscente potrebbe essere assegnato un nuovo incarico? "Parlero' con lui nei prossimi giorni", ha concluso il sindaco.

Ma il mondo della cultura romana e non solo è in rivolta per il ''sacrificio'' di Umberto Croppi che esce dalla giunta capitolina. Una decisione inaspettata per molti che ha scatenato una serie di reazioni: dagli appelli di solidarieta', agli sms per dare un appuntamento a tutti quelli che gli vogliono testimoniare vicinanza. Una mobilitazione particolare per Croppi: ''Stiamo raccogliendo firme di solidarieta' per Umberto Croppi - si legge nell'sms - coloro che si sono sentiti rappresentati da un assessore intelligente, trasparente, competente, libero e indipendente, possono dare la loro adesione e radunarsi al Campidoglio stasera 14 dicembre 2011 alle 19. Mi fai sapere se ci sei?''. Autore del messaggio e' Francesco Cascino, consulente per l'arte contemporanea e la comunicazione culturale.

In un altro appello, che ha gia' raccolto la firma, tra gli altri, di Dacia Maraini, Leoluca Orlando, Ugo Intini, Renato Nicolini, Giampiero Mughini, Pietrangelo Buttafuoco, si legge: ''La notizia del licenziamento di Umberto Croppi priva la citta' di Roma di una personalita' altamente competente nei campi della cultura, delle arti e dello spettacolo. L'incomprensibile decisione del sindaco Gianni Alemanno, frutto evidente di un clima di triste omologazione a logiche di partito e di correnti, sacrifica un assessore alla Cultura come Umberto Croppi che, in quasi tre anni di mandato, ha sempre operato in piena liberta' e in assoluta autonomia, a prescindere dalle appartenenze o dagli schieramenti. Croppi ha saputo valorizzare le migliori esperienze culturali della citta' senza pregiudizi, privilegiando sempre la qualita' delle iniziative''. Ma i messaggi a giungere sono molti anche dal mondo politico ''pur non volendo entrare nel merito delle scelte del sindaco, da cittadina-utente, sapendo di interpretare il sentimento di molti, vorrei che Croppi continuasse a volgere il suo ruolo di assessore alla cultura e dunque spero che Alemanno voglia rivedere la sua decisione'' per Anna Paola Concia, deputata del Pd. ''Nel totale disastro della giunta Alemanno - spiega Concia - uno dei pochi assessori, se non l'unico, che ha cercato di amministrare la cultura a Roma fuori dalle appartenenze e per il bene della citta' e' Umberto Croppi''.

A reagire anche il coordinatore nazionale di Futuro e Liberta', Adolfo Urso, per il quale ''la giustificazione che il sindaco Alemanno ha fornito alla brutale improvvisa sostituzione di Umberto Croppi e' un'offesa alla citta' e una toppa peggiore del buco''. Per Urso ''la cultura nella capitale e' stata ridotta ad una questione di numeri, altro che merito e competenza. L' esperienza ed il buongoverno di Croppi, l'unico vero punto di forza della debole giunta capitolina, sono stati sacrificati - conclude Urso - in nome della peggiore partitocrazia''.

Ed infine durissima la nota del capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà per l'Italia, Italo Bocchino: "La nuova giunta Alemanno anzichè rappresentare un cambio di passo come annunciato, è una giunta retromanno, per citare Dagospia, perchè non innova, così come annunciato, ed ha come unico elemento di novità la cacciata dell'assessore Croppi, riconosciuto come migliore assessore capitolino da tutto il mondo della cultura".

La crisi di Alemanno e il fallimento del fantomatico “modello Roma”


Riportiamo un interessante articolo di Gianmario Mariniello dal sito di Generazione Italia sulla "crisi" che in questo momento riguarda la giunta Alemanno.

Ci dispiace, a esser sinceri. Dopo tanti anni la destra aveva conquistato il Campidoglio e le speranze erano altissime. Purtroppo sono andate deluse. Chi vive a Roma sa bene che la Città, passata nel 2008 da Veltroni ad Alemanno, non è cambiata (nella più benevola delle valutazioni).
Non solo, ma gli scandali recenti, la Parentopoli che ha travolto il Sindaco e tutto il Pdl, la graduatoria del Sole 24 Ore che vede Alemanno in coda alla lista dei Sindaci più graditi, sono tutti sintomi di una stagione deludente del Governo della Capitale, di un “modello Roma” mai nato e di un’Amministrazione in grande crisi.
A proposito di Parentopoli si rende necessaria una riflessione. Più volte su questo sito ho scritto che lo Stato deve dismettere le proprie società, le proprie quote societarie, i propri asset finanziari. Questo ovviamente vale anche per Regioni, Province e Comuni. E non per furore ideologico. Ma semplicemente perchè le Aziende controllate dallo Stato o dal Comune e quindi dalla politica e quindi dai politici di turno, sono regni di clientele, favoritismi, raccomandazioni, ingiustizie e quindi scandali. Detto tra di noi, non potrebbe essere altrimenti, finchè saranno i politici a gestire tali imprese. E poichè la raccolta dei rifiuti, o l’erogazione dell’elettricità (e volendo anche i trasporti) sono attività imprenditoriali che possono essere sicuramente svolte meglio dagli imprenditori validi che ci sono nel nostro Paese (pur se sotto stretto controllo delle Istituzioni) piuttosto che dai politici, ecco che si rende necessaria una grande stagione di riforme che metta fuori la politica dalla gestione delle aziende, che siano esse statali o municipali. Un malcostume condannato anche recentemente da un bel libro di Sergio Rizzo (“Rapaci. Il disastroso ritorno dello stato nell’economia italiana“) che vi consiglio di leggere.
Servono queste riforme. Al Paese. E anche ai politici come Alemanno. Se non altro per evitargli brutte figure.

FLI: BOCCHINO, CONGRESSO A MILANO PER COSTRUIRE L'ITALIA DEL 2020


Riportiamo la dichiarazione dell'On. Bocchino sul congresso costituente del FLI pubblicata sul sito dell'agenzia giornalistica AGI.


(AGI) - Milano, 2 gen. - Italo Bocchino annuncia il congresso costituente del Fli nelle prossime settimane a Milano e invita a "ripartire dallo spirito" di 'Generazione Italia' per "costruire l'Italia del 2020". "Il 2010 e' stato un anno molto movimentato politicamente e un ruolo nel dibattito l'ha certamente avuto Generazione Italia nei suoi primi nove mesi di vita", scrive il capogruppo Fli sul sito di 'Generazione Italia'. "La costituzione della nostra associazione ha rappresentato, nell'aprile scorso, una boccata d'ossigeno nella palude del centrodestra e ha immediatamente aggregato decine di migliaia di persone, tra cui molte nuove all'impegno politico e moltissimi giovani". "Negli ultimi mesi - aggiunge - il duro confronto politico che c'e' stato con Silvio Berlusconi ha fatto inevitabilmente prevalere la tattica parlamentare e la ragione dei numeri, riportandoci a quella quotidianita' politica dalla quale volevano appunto discostarci. Adesso che questa fase e' finita occorre ripartire dallo spirito innovativo, spontaneo e movimentista di Generazione Italia, pensando a che societa' costruire da qui al 2020 e fregandosene di quanti voti di scarto ha il governo in Parlamento". "Tra qualche settimana - prosegue Bocchino - Futuro e Liberta' terra' a Milano il suo congresso costituente e dovremo fare in modo che il suo spirito sia questo sin dall'inizio. L'Italia non ha bisogno di un nuovo partito, ma gli italiani hanno molto bisogno di un partito nuovo e di una coalizione nuova. E hanno bisogno di capire bene che cosa e' successo e che cosa vogliamo fare". Bocchino ricorda che il "Pdl doveva essere un grande partito moderato" ma "alla fine e' diventato un partito estremista con cui possiamo condividere molti fini, ma di cui non condivideremo piu' i metodi. Per quanto ci riguarda Berlusconi puo' governare ancora due giorni, due mesi o due anni e il problema non e' nostro. A noi, ora che abbiamo reciso il cordone ombelicale scegliendo di stare all'opposizione per costruire un nuovo centrodestra, non deve interessare quanto resta a Palazzo Chigi, ma quello che sapra' fare per l'Italia".
Il compito di Futuro e Liberta', secondo Bocchino, e' quindi quello di "rispondere soprattutto a chi ci chiede contenuti e abbiamo il dovere di volare alto. All'Italia serve una forza politica capace di generare un movimento neo-repubblicano, capace di far leva su un nuovo patriottismo richiamando gli italiani a una rinnovata virtu' civile che li impegni per spazzare via dalla politica malcostume, clientelismo, affarismo e corruzione". "Servono - sottolinea - svolte profonde in tutti i campi", "un taglio draconiano alla spesa pubblica improduttiva", "uno scatto qualitativo sull'istruzione, sui trasporti, sul mercato del lavoro". "Dobbiamo andare tutti a Milano - conclude Bocchino - entusiasti e determinati, a costruire una nuova opzione politica capace di rappresentare il vero centrodestra, quello moderno e moderato, quello che si appella al coraggio degli italiani anziche' far leva sulle paure. Un movimento plurale, come gia' e' Futuro e Liberta', dove sono confluiti soggetti provenienti da diverse culture, ma pronti tutti assieme e lavorare sui punti comuni utili all'Italia. Un movimento partecipato, dove con una piattaforma web moderna e unica in Italia da febbraio permetteremo a tutti di partecipare a un wikipolis che consentira' al singolo iscritto di dialogare sempre e in tempo reale con gli iscritti al suo circolo o alla sua stessa realta' provinciale e regionale. Il programma che approveremo a Milano sara' la base di partenza su cui ognuno attraverso il web potra' intervenire per proporre modifiche e soluzioni facendo tesoro delle sue competenze. E solo dopo diventara' il programma definitivo. Un movimento autenticamente democratico, dove tutti gli iscritti voteranno per scegliere i dirigenti a ogni livello e dove nessuno potra' piu' essere autoreferenziale. E dove chi non sara' presente fisicamente ai congressi votera' via web vedendo riconosciuta sempre e comunque il suo diritto a partecipare. E' questo il nostro programma per il 2011. Sappiamo che e' ambizioso e faticoso, rivoluzionario e innovativo, ma sappiamo anche che Generazione Italia e' nata per questo, per costruire assieme l'Italia del 2020". (AGI) .

Convention di Perugia, Gianfranco Fini all'incontro di Generazione Italia