Il profumo della libertà. E dell’alternativa


Dal sito di GenerazioneItalia di Gregorio Esposito

La condizione nazionale che avvolge il paese in questo contesto storico è senza dubbio sconcertante. In natura, un fenomeno del genere è visibile solo quando alle annunziate catastrofi naturali che possono colpire la nostra esistenza si accompagnano strane danze propiziatorie che sugli alti rami di maestosi arbusti inducono una strana tribù di scimmie allo sconvolgente movimento di tutta la foresta. Esse si agitano, urlano quasi a voler attirare l’attenzione di chissà quale fantomatica creatura salvatrice, e, mentre le ruspe dell’immoralità e dell’ illegalità travolgono e sradicano ogni assetto istituzionale di questo paese, la parte sana continua a lottare cercando di preservare tutto ciò che di buono è rimasto, evitando (in nome di un “buon senso” condiviso) di rimanere invano appesi ad un sottile ed inutile ramo di ginepro. Danzano le scimmie, non è chiaro se per protesta o per chissà quale previsione che, nel passaggio tra i rami secchi di questa democrazia sui generis, ne anticipa un prevedibile ed ulteriore dramma. Si scaccia l’intruso facendolo passare per estraneo perché dal cerchio ostile della sudditanza inconsapevole che disegna questa giungla ha tentato di preservare la propria coscienza in nome di una democrazia ancora viva e vitale. Le code di queste scimmie che sicure di esser ben ancorate ai rami secchi di una maggioranza caratterizzata da vuoti tronconi consenzienti, vacillano perché oggi ne intravedono una fine certa. Esse odono ormai il grido di chi per troppo tempo censurato politicamente ha trovato la forza per rappresentare i cittadini partendo da un sano dialogo politico che (almeno per una volta) mira al benessere del paese. Un’alternativa politica oggi c’è e si apre all’orizzonte di questa foresta abitata non già da creature pericolose come è facile pensare, ma, da un malcostume sociale che invece le governa. Una nuova generazione scendendo dai rami secchi di queste illusorie libertà ha iniziato la sua danza animandola di consensi che segnano la svolta politica. L’alternativa la costruiamo noi giorno per giorno, iscritto dopo iscritto, prendendo le distanze da quella tribù di scimmie che non ha mai smesso di danzare al passo pesante del signore della giungla. Un’ alternativa è ora possibile perché concretamente nell’aria ne sentiamo il profumo, e, mentre le piogge acide dell’avvelenata ingiustizia continuano e bagnano la morbida terra su cui oggi camminiamo, sugli alberi della speranza si coltivano i sogni di un orizzonte più chiaro per tutti e sicuramente meno inquinato di quello attuale. Vorremmo incontrare ancora una volta quella libertà che per la vita conduce l’uomo, ma, per essa, lo induce a costruire un futuro migliore.

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