Blog e libertà, appello dalla rete di Rachele Zinzocchi


Nel giorno in cui il Presidente Fini ribadisce con forza la necessità non più rinviabile di un’etica, una legalità indiscussa e inattaccabile da ogni punto di vista per chi sia stato chiamato a rappresentare la pòlis, sentiamo anche noi più forte l’esigenza di dimostrarci coerenti con la mission di Generazione Italia: ascoltare e rispondere agli appelli della Rete. E se sempre più numerosi sono giunti messaggi di plauso anche per i cambiamenti al ddl intercettazioni – realizzati proprio grazie all’inarrestabile impegno dei «finiani» – non possiamo ignorare chi ancora ci chiede di lottare per la «libertà dei blog».
Non entriamo nel merito della questione. Ci limitiamo a registrare e a dar voce, in segno di un dialogo che ci impegniamo a mantenere sempre aperto, democratico, pluralista, rispettoso di ogni educato dissenso, a voci già forti, non necessariamente “schierate” col marchio GI, ma che a noi si sono rivolte. Come Filippo Falleroni, che via Twitter (@ferrara5stelle) ci ha segnalato la lettera aperta con cui lancia l’allarme per l’Italia, che diverrebbe «il primo e l’unico Paese al mondo nel quale un blogger rischia più di un giornalista ma ha meno libertà». «Esigere che un blogger proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta», si scrive, «come se fosse un giornalista, sotto pena di una sanzione fino a 12.500 euro, significa dissuaderlo dall’occuparsi di temi suscettibili di urtare la sensibilità dei poteri economici e politici». E ci si richiama anche all’«art. 19 della dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e del cittadino»: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere».
La lettera porta la firma di nomi di calibro come Filippo Rossi e Alessandro Gilioli, Guido Scorza e Vittorio Zambardino, Arianna Ciccone, Fabio Chiusi, Daniele Sensi. Ignorarla sarebbe errore non privo di conseguenze. Che lo scenario politico sia fin troppo caldo – non solo per questo – è sotto gli occhi di tutti. Una riflessione comune a mente fredda potrebbe forse portare risultati in grado di soddisfare l’anima più vitale del nostro Paese, la vera risorsa dell’Italia nel futuro: la Rete, il popolo di Internet. Ci rifletta chi guida l’Italia: se dice di voler «rispondere» alla Rete, stavolta ha l’occasione per farlo davvero.

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