Addio Presidente…


Riportiamo dal sito di giovani.generazioneitalia.it un articolo che ricorda il Presidente Cossiga.

Se n’è andato anche lui. Nel primo pomeriggio di oggi ci ha lasciato il presidente emerito della Repubblica, il senatore a vita Francesco Cossiga, da tempo ricoverato per un grave malore al policlinico Gemelli di Roma. Nato a Sassari 82 anni fa, ebbe fin da giovane una rampante carriera politica all’interno della Democrazia Cristiana. L’appellativo di picconatore gli viene da quando, presidente della Repubblica sul finire degli anni ’80, dichiarò in un’intervista televisiva di voler dare delle picconate al sistema politico, che a breve sarebbe stato coinvolto nei torbidi scandali di tangentopoli. Ma la fermezza, a volte anche controversa, fu senz’altro uno dei tratti peculiari della sua carriera politica, fin dai tempi delle rivolte studentesche del ’77, che spense, da ministro dell’interno con l’utilizzo delle forze dell’ordine – di cui fu un grande innovatore, creando i corpi speciali dei NOCS e del GIS – continuando per tangentopoli e sul caso Moro. Tuttavia quando Moro venne ucciso, Cossiga si pentì della linea dura e si dimise dal suo incarico. Uomo con tante luci, ma anche tante ombre, controverso come solo i grandi personaggi della politica riescono ad essere, non fuggì mai dai processi, e ogniqualvolta ci fosse una qualche responsabilità da prendersi, non si nascose mai. Titolare di due governi, ministro e sottosegretario, la sua figura, insieme a quella del compagno-rivale Giulio Andreotti, corre parallela alla storia della nostra nazione dal dopoguerra ad oggi, sopravvivendo al crollo della prima repubblica. Pur avendo contribuito molto alle fondamenta culturali del centrodestra italiano, nutrì una spiccata simpatia per il suo predecessore al Quirinale Sandro Pertini e per Massimo D’Alema, ed era lontano parente del rivale Enrico Berlinguer. Alla sfaldatura della DC e alla caduta del primo governo Prodi, il suo contributo alla creazione del governo D’Alema fu fondamentale. Curioso ricordare che, ironizzando sulla leggenda del cannibalismo comunista, regalò al novello presidente del consiglio un bambino di zucchero. Una mente fina, la sua, fatta di precoci successi scolastici – maturità a 16 anni e laurea già a 19 – e di quelle battute lapidarie e sagaci tipiche dei membri della Democrazia Cristiana. Questa precocità dovrebbe spronare i giovani che fanno politica a impegnarsi, dal momento che fu il più giovane sottosegretario, ministro, presidente del Senato e della Repubblica della storia. Un personaggio che verrà ricordato a lungo nella storia della politica italiana ed europea, Errori riconosciuti, altri no, l’amarezza e la sofferenza che solo la politica possono portare, ma anche tanto orgoglio, tanto talento e tanto lavoro duro, e soprattutto, tante picconate. Questo era Francesco Cossiga. Della sua figura si discuta pure, ma non oggi. Oggi se ne va un pezzo della nostra Repubblica.

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